EcoDizionario
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Sprechi energetici in Italia
Risparmio energetico, ambiente e ecologia
E' stato stimato che se l'Italia migliorasse l'efficienza della propria
rete elettrica anche attraverso il risparmio energetico, potrebbe fare a
meno di importare la quota annua di energia elettrica dall'estero.
Naturalmente, ridurre le inefficienze del sistema energia è fondamentale: si stima (dati 2013) che il nostro Paese spenda oltre 47 miliardi di euro all'anno per riscaldare case, uffici e capannoni che disperdono buona parte dell'energia a causa della vetustà di strutture e impianti.
Ma lo spreco energetico non è determinato solamente dalla bassa certificazione energetica media delle nostre abitazioni e strutture: illuminazioni accese inutilmente o alimentate da dispositivi vecchi, elettrodomestici di vecchia costruzione con consumi elevati, dispersione ed inefficienza nella rete distributiva sono tutti fattori che possono e devono essere migliorati.
Inoltre, c'è da considerare il vero problema strutturale a cui l'Italia dovrà dare una risposta nel futuro prossimo: l'eccessiva dipendenza dalle fonti di energia da combustibili fossili. In quest'ottica, pare del tutto evidente dare priorità ad uno sviluppo forte delle energie rinnovabili e pulite prodotte sul territorio.
Come tutti i paesi occidentali infatti anche
l'Italia risente degli sbalzi nei prezzi delle fonti di energia fossili.
L'instabile crescita del prezzo del petrolio ha fatto crescere anche i
prezzi di gas e carbone, fonti energetiche alternative al petrolio,
aumentando la spesa per l'import di energia primaria nei paesi
occidentali. La presenza dell'euro forte ha permesso all'Italia di
contenere la crescita della spesa energetica, ma va sottolineato che
esiste un meccanismo che ha reso conveniente (non necessaria)
l'importazione dell'energia dall'estero e ne ha facilitato lo sviluppo, e
cioè la "compravendita" di energia in base non alle esigenze degli
utenti ma alle caratteristiche degli impianti di produzione
(Ultimo aggiornamento luglio 2014)

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